La mia missione

C’è un momento preciso in cui la senti. Non è un lampo, non è uno shock. È solo un sussurro.

“Così non posso più andare avanti.”

Non lo dici a voce alta. Ma dentro, ogni giorno, si fa più chiara.

Hai provato a ignorarla. Ad abbassare la testa, a mandare giù il boccone, a essere forte.

Hai fatto quello che si fa per "funzionare": sopravvivere, andare avanti, tenere tutto in piedi, come un giocoliere con le sue palline.

Ma ormai qualcosa si è incrinato.

Quello che ti sei convinta ti bastasse, ora ti costringe.

Come un vestito cucito addosso da altri, che improvvisamente ti accorgi di non poter più indossare.
C’è stato un tempo in cui sapevi cosa volevi.

La voce era limpida, la passione dirompente, la fiamma così ardente da sembrare impossibile da spegnere.

Poi sono arrivate le decisioni difficili. I compromessi. Le rinunce che hai fatto senza accorgertene. E ora?

Hai imparato a non disturbare, a essere quella che capisce, che cede, che non chiede mai troppo.

Ma dentro, nel buio più nero, quella voce continua a bussare: “Davvero la mia vita è tutta qui?”

Quella parte che hai soffocato sotto anni di doveri, paure, notti insonni. Eppure lei è ancora lì.

Con la polvere tra i capelli, con le lacrime agli occhi, con le ginocchia sbucciate. Ma è lì ed è ancora viva.

E ha continuato a cercarti, anche quando tu avevi smesso di cercare lei.
Quella voce che ti tormenta è la parte di te che non vuole ritrovarsi un giorno con il rimpianto di non aver vissuto davvero.

È la parte di me che ho scelto di ascoltare, in quella stanza d'ospedale, quando il corpo straziato si è fatto tramite della paura più vera e più profonda: quella di non avere più tempo.

Proprio lì ho capito davvero la cosa più importante: la vita è adesso. L'avevo intuito già prima, ma non sapevo come fare.

Procedevo a piccoli passi incerti. Ogni scelta richiedeva anni di resistenze, di fatica, di sforzi.

In quel momento sospeso tra la vita e la morte, ho sentito tutto quello che non ero mai riuscita a dire a me stessa e ho visto tutto quello che non avevo mai avuto il coraggio di essere.

E allora ho promesso a me stessa: se fossi rinata, avrei onorato il mio tempo aiutando quante più donne possibili a fare lo stesso.
La mia missione è questa: aiutarti a ricordare chi sei.

Prima di perderti, prima di spegnerti, prima di iniziare ad osservare la vita che scorre da dietro le sbarre di una prigione.

Perché tu ora non la vedi, ma io lo so per certo: la chiave è nascosta lì, dentro di te.

E possiamo cercarla insieme - ORA - senza più aspettare il momento perfetto, che sappiamo entrambe non arriverà mai.

Ecco perché creo percorsi, contenuti, incontri: non per dirti cosa devi diventare, ma per accompagnarti a riconoscere ciò che già abita in te.

Perché il tempo non torna indietro. Ma ogni istante può diventare il primo passo verso la vita che vuoi.

E quando smetti di rimandarti e inizi a onorare il tuo tempo, tutto comincia a rispondere alla tua verità.

La tua Stella Polare

Come l'Alta Sensibilità ti rivela la direzione
La Stella Polare è un simbolo di grande fascino. Da secoli è il punto di riferimento per navigatori e viandanti che si affidano a lei per orientarsi durante i loro viaggi di scoperta.

Ecco: per me l'Alta Sensibilità è la via di espressione della tua Stella Polare, che non si trova in cielo, ma proprio dentro di te.


Anche quando ti sembra di brancolare nel buio, il tuo cuore e la tua pancia sanno da sempre ciò che conta davvero per te.


Si tratta solo di reimparare a sentire.


In questo spazio, tra coraggiose Esploratrici sulla rotta della nostra Stella Polare, facciamo i primi passi per ricominciare ad affidarci alla saggezza custodita dalla nostra Alta Sensibilità.


Segui quello che conta davvero. Non te ne pentirai.