È facile per me, ora, farmi queste domande e darmi
le risposte giuste. Le risposte che mi avrebbero permesso di decidere serenamente che quell’esibizione
non fosse adatta all’indole di mio figlio, ma solo
uno stress inutile da sopportare (per lui di certo, ma, da Persona Altamente Sensibile, anche per me!).
Allo stesso modo, ricordo quelle due o tre estati in cui l’ho iscritto al centro estivo. Ogni anno cambiavo posto, sperando di trovare
la soluzione giusta per lui.
Anche in questo caso, non è stato così. Il mio bambino
non apprezza le realtà caotiche. Non gli piace trovarsi con
bambini che non conosce e con ragazzi e adulti, che in quei contesti devono essere il suo punto di riferimento, con cui non ha avuto il tempo necessario a
costruire la fiducia. Non ama i ritmi serrati, i calendari fitti di attività, in cui non c’è spazio per
immaginare, leggere, stare da solo e
studiare un po’ la situazione prima di decidere se buttarsi oppure no.
Ma chi lo dice che i bambini devono per forza andare al centro estivo?Dove sta scritto che è necessario forzare la mano, che fare esibizioni e attività è più importante del benessere del bambino stesso?Niente in contrario in linea generale, per carità. Ma
“ci vanno tutti” non è un motivo sufficiente per
decisioni prese con il pilota automatico, senza nemmeno cercare una
soluzione più adatta all’indole del bambino in questione. Né lo è prendere decisioni scomode, magari solo per paura del
giudizio degli altri.
Ho scelto di
sottrarre mio figlio alle decisioni automatiche prima ancora di sapere che è un Bambino Altamente Sensibile, ed è stata una grande fortuna. Scoprendo l’Alta Sensibilità ho solo avuto conferma di aver fatto bene a dare ascolto alla mia voce interiore.
Se mio figlio ha questo tipo di esigenza
non è per capriccio o per vizio, è la sua natura e non ci può fare nulla, lui.
È invece
mia responsabilità di madre osservare con attenzione e apertura il mio bambino, informarmi, capire come adattare le circostanze a lui, e non viceversa. Che poi è quello che avrei voluto facesse mia madre, quando ero io la bambina
spaventata, sovrastimolata, che si sentiva inadeguata e si vergognava.